di Delia Vaccarello

C’è bisogno di posti dove fare incontri, intrecciare relazioni o anche avere scambi occasionali. C’è bisogno di accettare la propria omosessualità. La necessità di trovare un partner viene soddisfatta soprattutto dagli uomini grazie a strutture organizzate e in grado di dare sicurezza anche nel caso di rapporti di una volta soltanto. Si tratta di luoghi dove la manifestazione della sessualità viene protetta. Come dice Paolo Rigliano nella intervista che fa parte di questa inchiesta, la coppia gay non è percepita come la coppia etero, fuori dalle discoteche e dalle saune puoi sentire la minaccia di essere aggredito.

Così la spontaneità e lo slancio sono a intermittenza: se sei in casa o in un locale che riconosci tuo ti lasci andare, se sei fuori prima di tutto ti guardi intorno. La sessualità omosessuale è vissuta con un senso di vulnerabilità.

Prima c’erano i luoghi di incontro all’aperto, ora diventati più pericolosi anche per un aumento generale della violenza sociale. E anche se Internet resta molto frequentato, il circolo tiene anche perché riesce a offrire servizi e informazioni. Ancora, nella loro diffusione capillare i circoli diventano un canale attraverso cui raggiungere un numero altissimo di associati, oltre centomila.

Per questo Anddos si avvale dei sondaggi raggiungendo una realtà di grandi proporzioni altrimenti nell’ombra. Dai circoli emerge una fisionomia della popolazione omosessuale troppo spesso taciuta, perché parlare di sessualità è ancora molto difficile. Si tratta di persone che soffrono moltissimo a causa delle discriminazioni, al punto tale che uno su cinque decide di non parlarne affatto, e il 90 per cento punta il dito contro la società, lo Stato, la Chiesa.

E se il 56 per cento dice di non sentirsi discriminato in famiglia, per fare sesso sceglie più spesso di andare al circolo e meno di varcare la porta di casa. Perché puoi anche essere accolto a parole, ma è la tua sessualità a fare la differenza. Si tratta di una popolazione che chiede di essere più informata, che non sopporta granché la divisione tra sessualità da una parte e politica dall’altra, che aspira anche a saperne di più di proposte di legge e di manifestazioni proprio consultando la bacheca dei circoli.

Comincia con questa inchiesta il nostro viaggio sulla realtà dei frequentatori dei circoli finora vissuti come una utenza silenziosa, come una massa a cui non interessa dire la propria. Rimandiamo alle inchieste che verranno altre esplorazioni e innanzitutto due aspetti cruciali: l’informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili e la frequentazione dei circoli da parte delle donne, vero fenomeno emergente tutto da indagare. Ci spinge una convinzione: il corpo è anche sessualità. E sarebbe davvero miope separare le espressioni del corpo dalla cultura e dalla politica.

Dopo il primo rapporto si va al circolo. Qui uno su due intreccia una relazione

Il primo rapporto sessuale con un uomo non avviene né in discoteca, né in sauna, né in una casa: se per il 16 per cento avviene all’aperto, per la stragrande maggioranza si tratta spesso di un rapporto che può cogliere l’occasione offerta da una provvidenziale finestra di solitudine a due. Può verificarsi negli spogliatoi di una palestra, nel corso di un viaggio, tornando la sera in macchina, al lavoro. Dopo il primo incontro, quello che permette di scoprire se stessi, si rafforza il desiderio di avere altri rapporti.

Sicurezza e informazioni. Una buona metà dei maschi che hanno comportamenti omosessuali frequenta un circolo una volta a settimana, mentre uno su tre almeno una volta al mese. In sauna e in discoteca non si hanno solo rapporti occasionali, poco meno della metà, pari al 48 per cento degli intervistati, ha intrecciato una relazione. Sono i risultati del sondaggio Anddos sui “Bisogni e le abitudini” dei gay italiani che ha visto la compilazione di 1500 questionari. I circoli diventano un luogo di frequentazione con una discreta cadenza perchè soddisfano due requisiti: il 65 per cento degli intervistati avverte un senso di sicurezza, il 90 per cento apprezza la distribuzione dei profilattici e dei lubrificanti, al 72 per cento piacciono le iniziative a latere come sondaggi ed eventi. In una rilevazione a parte relativa alla proposta di legge contro l’omofobia una discreta percentuale di utenti ha dichiarato di averne approfondito la conoscenza attraverso le bacheche affisse nei circoli. Non mancano le richieste: nel confronto con i locali frequentati all’estero saune e discoteche potrebbero fare meglio sul piano delle informazioni sulle malattie sessualmente trasmissibili e, per un buon 46 per cento, per i servizi offerti.

Discriminazioni e ferite. Quando il sondaggio passa al sentaccio la percezione della discriminazione, tra i risultati spiccano due elementi: o si preferisce non rispondere (20 per cento), o si ha la percezione di una discriminazione schiacciante: il 95 per cento si è sentito discriminato dalla società (uno su cinque dice “spesso”, tre su quattro “talvolta”), il 90 per cento dallo Stato (“spesso” per il 40 per cento), un buon 87 per cento dalla Chiesa con un picco di associati, pari al 67,80 per cento, che risponde “spesso”. Più blanda l’azione corrosiva dei pregiudizi se parliamo di amici e parenti, il 60 per cento dichiara di non essersi mai sentito discriminato dagli amici, il 56 per cento dai familiari. E’ chiaro che l’omofobia non è solo quella percepita all’esterno, e che fare sesso non vuol dire necessariamente avere un buon rapporto con la propria omosessualità.

In questa cornice i luoghi di ritrovo giocano un ruolo chiave, il 65 per cento degli utenti dichiara che la frequentazione dei circoli ha favorito l’accettazione di sé, che il circolo è stato una specie di “casa riservata” (65%) dove conoscere meglio un ragazzo incontrato per strada, mentre solo il 30 per cento sceglie il circolo per avere rapporti sessuali con il compagno.

Internet per nuovi incontri. Nell’era degli incontri nel web qual è il ruolo di saune e discoteche?Si confermano un luogo importante per conoscere nuovi amici e partners per il 30 per cento, mentre il 50 naviga on line come rileva il sondaggio sui “luoghi di incontro”. Internet è preferito per via dei costi non elevati (40 per cento), per l’immediatezza dei contatti (40 per cento), per il numero maggiore di possibilità (20 per cento). I luoghi all’aperto vengono scelti per evitare i costi della tessera o dell’adsl, ma per il 73 per cento possono essere pericolosi. Chi preferisce i circoli lo fa per ragioni forti: sicurezza (40%), contatti riservati (31%), facilità di trovare un amico o un partner (29%)