Il Presidente di Anddos risponde al nuovo post della consigliera Iardino pubblicato sul fattoquotidiano.it

COMUNICATO STAMPA:

Non c’è voluto molto per rimanere basiti di fronte all’ultima dichiarazione della consigliera Iardino.

Ci chiediamo se la consigliera comunale è al corrente che nei circoli ANDDOS nel 2013 sono stati distribuiti oltre un milione di preservativi e che, a meno che non li abbiano usati come palloncini, hanno potenzialmente ridotto un milione di volte il rischio di contagio?

Chiederei alla consigliera se conosce altre organizzazioni in Italia, compreso il Ministero della Salute che abbiano fatto un azione altrettanto efficace in concreto per la prevenzione delle MST ?

La consigliera è al corrente che nei circoli ANDDOS nel 2013 sono stati realizzati e resi fruibili ad oltre 100,000 soci campagne informative sulle MST, AIDS in primis ? Senza chiedere finanziamenti a nessun ente ?

La consigliera è al corrente che i circoli ANDDOS nel 2013 hanno realizzato in collaborazione con ARCIGAY e Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli campagne di studio e prevenzione sull’ HIV, dando la possibilità ai propri associati di sottoporsi gratuitamente ai test rapidi per la ricerca dell’HIV ?

La consigliera di Milano sa che è stato raggiunto un accordo tra ANDDOS, ARCIGAY, LILA Milano, Circolo di Cultura Omossessuale Mario Mieli e in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità e l’ospedale Spallanzani di Roma per fare centinaia di test rapidi nei circoli ANDDOS anche quest’anno?

Cara consigliera, noi non siamo una “categoria di operatori” del “settore LGBT”, siamo un’associazione alla quale liberamente hanno deciso di iscriversi oltre 100,000 persone e di queste 26,000 solo nella provincia di Milano.

Nello statuto di ANDDOS la tutela della salute dei nostri soci E’ LA PRIORITA’ ed è per questo che abbiamo costituito una commissione permanete sulla salute ed il monitoraggio delle MST, nella quale lavorano medici, psicologi ed operatori del settore.

Ma, probabilmente lei cara, consigliera, questi fatti li ignora ed io come Presidente Nazionale ANDDOS sono indignato per la pochezza e l’approssimazione con le quali lei fa certe dichiarazioni.

Sia chiaro: la vera priorità che i circoli ANDDOS non hanno è quella di essere inseriti su un APP che non rappresenta l’intera comunità LGBTQI.

Abbiamo già informato le nostre associazioni gemelle in tutto il mondo di quello che è successo a Milano e saranno loro ed i loro iscritti a trarre le conclusioni del caso.

Ma quello che ho estrema difficoltà a comprendere è la posizione della consigliera sui nostri circoli e sui nostri soci: poiché possono avere incontri di sesso occasionali non sarebbero degni di essere rappresentati?

Forse la consigliera preferisce che le persone tornino, come accadeva anni fa, ad incontrarsi e consumare il sesso nei parchi, per strada, nei parcheggi, o con sconosciuti nelle loro stesse case, con il rischio di essere uccisi. Allo scopo voglio ricordare alla consigliera che negli ultimi 30 anni sono stati commessi più di 113 omicidi di persone omosessuali in Italia, ma nessun incidente degno di nota è accaduto in nessuno dei nostri circoli.

O forse preferisce che le persone si incontrino solamente attraverso i social in casa propria, ignorando ovviamente che il 3 % di queste persone hanno subito furti, violenza fisico-verbale e ricatti?

In un momento dove le MST sono in aumento, la cosa più giusta da fare è informare (e lo chiediamo a gran voce a tutte le istituzioni ) e mettere in condizione le persone di poter utilizzare i preservativi; non quello di condannare il sesso parlando addirittura di astinenza. In questo modo, cara consigliera, lei rispolvera in maniera a dir poco surreale un’ipocrisia integralista che il movimento LGBTQI combatte sin da quando è nato e che oggi i principali detrattori dei nostri diritti stanno riproponendo. Come “esperta” di diritti civili, questo lei dovrebbe saperlo.

Tutto questo senza bisogno di dire che, come lei sa benissimo, si tratterebbe di una inutile e ridicola campagna moralista che non otterrebbe nessun risultato.

In conclusione, ci chiediamo se lei occupa quella posizione nel Comune di Milano per tutelare i diritti di tutte le persone appartenenti alla comunità LGBTQI, o se ritiene di dover insegnare a coloro che lei dovrebbe rappresentare come, quando e con chi andare a “letto”.

Mario Marco Canale

Presidente Nazionale ANDDOS